martedì 10 gennaio 2012

Turismo animale


Ricollegandomi al discorso sui viaggi e le vacanze di qualche tempo fa, voglio ampliare il discorso e andare a toccare uno dei tanti taboo sessisti che esistono e sono radicati nella nostra società.
Sono da un po' di tempo a lavorare in una località esotica, un vero paradiso e come tutti paradisi nei mesi caldi si popola di orde di turisti soprattutto europei, spesso in cerca di facili avventure. E chiamali scemi, visto che qui la popolazione del luogo è veramente bella e sia uomini che donne sfoggiano fisici scolpiti e non rammolliti da tutti i vizi a cui abbiamo accesso noi dei paesi ricchi. Intendiamoci, quello che accade qui non è per forza prostituzione, tuttavia l'avventura è molto facile e se la persona del luogo ci guadagna anche qualcosa buon per lui, io non sono certo un giudice della morale. Qui si vive dignitosamente, non è un paese alla fame ma certo non è ricco come l'Europa o gli USA, e non c'è la disperazione che costringe a prostituirsi, la cosa è molto più sottile, come potete toccare con mano se faceste un'esperienza simile alla mia in un posto del genere (e lo consiglio a tutti).
La cosa divertente ma abbastanza abituale è stata la reazione di tutti quelli che conosco quando ho detto che mi sarei trasferito per qualche mese quaggiù: se molti amici si preoccupavano soprattutto di avere un puntello per loro nel caso avessero fatto un viaggio, la stragrande maggioranza delle donne invece non ha nascosto velenose frasi di sdegno, perché nella loro testa (ricordiamo che quello che succede nella loro testa è più importante della realtà stessa) io andavo a fare turismo sessuale. E' ovvio, se vai lì, vai perché si scopa a poco prezzo.
Dietro questo colossale esempio di razzismo culturalmente travestito da femminismo equo solidale un tanto al chilo si nasconde la frustrazione di una verità tanto banale quanto dolorosissima per tutte le signorine superemancipate del circolo culturale di stocazzo: qui il turismo sessuale lo fanno le donne.
Non vi dico dove sono, diciamo che nell'oceano atlantico, molto al largo delle coste africane ci sono un sacco di posti interessanti, ecco fatevi un giro da queste parti e ditemi cosa vedete. C'è un oceano di trenta-quarantenni con una fame di cazzo impressionante che si buttano tra le braccia del primo big bamboo ventenne che trovano. Vengono qui apposta per questo per quanto lo neghino con sdegno al ritorno, millantando frasi di "vero amore" quando spendono i tre quarti del loro stipendio per tornare qui appena possono.
Qual è il problema? Anzitutto che in Italia sarebbero le prime a condannare un uomo alla castrazione per avergli solo sentito dire "mi piacerebbe fare una vacanza a...", perché si sa, è un uomo, è un puttaniere, pensa solo a quello e vuole pagare poco e poi "quelle là non aspettano altro che il pollo da spennare".
Grosso errore! le donne italiane credono che tutto il resto del mondo pensi come loro, e se credono che "quelle là cercano il pollo da spennare" è perché esse stesse sono abituate a pensare la stessa identica cosa da quando hanno raggiunto l'età della ragione.
Secondo errore: "quella là" non si limitano ad essere cento volte più belle e sexy di un qualsiasi tocco di legno spigoloso nostrano, ma sono anche centomila volte più affascinanti, semplici, allegre e vogliose di godersi la vita. La donna nostrana sa benissimo che non reggerebbe mai e poi mai il confronto con una rivale più giovane, venti volte più bella e pronta ad affrontare la vita col sorriso, quindi meglio denigrare, disprezzare, condannare.
Per poi arrivare qui e vedere il ventenne di due metri per due (per due) scolpito a forza di sole, chilometri di nuoto, corse sulla spiaggia e dieta sana: ho visto donne perdere completamente la ragione e la dignità per i giovani che ci sono qui, è evidente che nella vita non hanno mai provato prima un cazzo come si deve, non c'è altra spiegazione e questo la dice lunga su come si sia orribilmente distrutto il fare sesso a casa nostra, castrato da mille seghe mentali e sensi di colpa, indovinate un po' causati da chi?
Lavorando in un bar ho avuto modo di apprezzare una cosa che conoscevo già, ma che non avevo mai visto in modo così esagerato: l'iniziazione. Sì, qui si chiama così il momento in cui la donna (di solito italiana) cerca ripetutamente nell'alcool una scusa per lasciare andare tutte le inibizioni e dedicarsi al big bamboo di turno: l'alcool giustifica ogni cosa, dal'avventura di una notte all'orgia più pornografica che ci si possa immaginare: "mi hanno ritrovata avvinghiata a quattro uomini e due donne, ma è colpa di quello che avevo bevuto, non potevo sapere che qui i cocktail sono così forti, non mi ricordo niente, se fossi stata in me non l'avrei mai fatto".
La cosa divertente è che, identificata la cliente tipo che si comporta così, in accordo con gli altri baristi, spesso diamo loro cocktail assolutamente analcolici! E la cosa ancora più divertente è che le amiche della "poverina" lo sanno, perché probabilmente ci sono passate anche loro. 
Ma si sa, è colpa dell'alcool, quello che non c'è.
Ecco, la prossima volta che venite giudicate maniaci pervertiti quando dite che andreste in vacanza in un paradiso tropicale, immaginatevela impegnata in un'orgia con tre o quattro uomini abbronzati e muscolosi: è così che lei vorrebbe essere adesso.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ciao "Idiocracy".
Non so bene il motivo per cui i miei commenti precedenti non si vedono più sul tuo blog, magari, spero sia un problema del blog, non tuo. In ogni caso, se li hai cancellati tu, penso che non ne valeva la pena di farlo... questo è solo un mio parere.
Se hai voglia di spiegarmi il perchè, sono sempre disposto ad un dialogo. Nel caso contrario, ignora semplicemente tutto ciò che ho scritto.
Jan

Idiocracy Buster ha detto...

Ti assicuro che non ho cancellato alcun tuo commento, anzi mi sono sempre sembrati molto interessanti e circostanziati
Però ho subito degli strani attacchi da hackers e ho perso l'accesso al blog per un po', quindi temo che ci siano stati problemi e cancellazioni avvenute a mia insaputa. Purtroppo per qualcuno, si vede che le cose che dico fanno più male di quanto mi aspettassi